L’Unità di ricerca di Perugia segue alcuni percorsi antropologici tracciati a partire dagli anni Cinquanta da antropologi italiani (T. Seppilli e D. Carpitella, P. Bartoli e P. Falteri) e non (S. Silverman). La metafora del “viaggio”, in questo caso, serve a elaborare concetti e strumenti interpretativi nelle rinnovate circostanze, prevedendo di entrare nel terreno a partire da etnografie intensive della vita religiosa, delle pratiche devozionali e festive in quattro paesi con caratteristiche diverse quanto a popolazione e articolazione sociale, in alcuni casi caratterizzati dalla significativa presenza di migranti. Ci si propone di esplorare, anche in prospettiva diacronica, i mutamenti intercorsi nei modelli di vita locale, guardando alle manifestazioni spaziali delle mobilita territoriali, alle modalità di innovazione culturale, con particolare attenzione rispetto all’evoluzione delle pratiche sociali legate al culto, nonché alle nuove forme dell’agire religioso e comunitario, riflettendo su come questi aspetti possono influenzare strutturalmente l’abitare in luoghi “di margine”.
Luoghi oggetto di indagine: Magione, Umbria (15.000 ab. circa); Umbertide, Umbria (16.000 ab. circa); Montecastello di Vibio, Umbria (1.500 ab. circa); Paciano, Umbria (950 ab. circa).
